Luigi Sarullo: Dizionario degli artisti siciliani. Pittura.
Curatore: Maria Antonietta Spadaro

Presentazione: Vittorio Sgarbi

Ed. Novecento, 1993, pag. 222

Gandolfo Giuseppe

 

Nato a Catania il 28 agosto 1792, ivi morto il 13 settembre 1855. Studiò prima a Roma con il trapanese Giuseppe Errante e poi a Firenze con Piero Benvenuti (Arezzo, 1769 - Firenze, 1844). Nel 1822 ritornò a Catania dove fu molto apprezzato come ritrattista. Fu maestro di Antonino Bonaccorsi e di Francesco Di Bartolo. Negli ultimi anni della sua vita si dedicò alla scultura: è sua la statua di bronzo del poeta Domenico Tempio del Museo Civico di Catania. Eseguì in pittura i ritratti di molti gentiluomini e dame dell'aristocrazia catanese. Si ricordano quelli di: Fernanda Grifeo, duchessa di Carcaci; Eleonora Guttadauro, principessa D’Emanuel; Lucrezia Tedeschi, principessa di Biscari; Famiglia Paternò Castello; Giacomo Di Bartolo, che si trova nel Museo Risorgimento di Catania; Clementina Gandolfo; Ritratto della cognata, che si trova nel Museo civico del Castello Ursino; Autoritratto, che si trova nella Biblioteca Comunale di Palermo. Eseguì la copia di alcuni quadri di Raffaello («Leone X», «La Madonna della Seggiola»: «La Fornarina»). Dipinse, inoltre: Diogene; La Maddalena; La Sacra Famiglia; Apollo assiso sotto l'alloro; Telemaco presentato da Mentore a Idomeneo; I ritratti della sua famiglia; quello del poeta Tempio e quello suo li eseguì su commissione di Agostino Gallo. Alla Biblioteca Comunale di Palermo si trovano anche i ritratti di Giuseppe Gioeni e di Salvatore Scuderi. Tra le sue opere giovanili è da ricordare il Refettorio dei concettuali in cui sono rappresentati alcuni amici del pittore vestiti da frati scontenti per il pasto loro offerto: si trova presso il Museo civico di Catania. Un Ritratto della principessa di Maletto si trova nella raccolta che il maestro Bianca donò al Museo Comunale di Catania. In un salone del Municipio di Catania si trova un quadro raffigurante il Tribuno Barbagallo. Altri lavori si trovano presso gli credi del Principe Filangeri di Satriano.

 

Nacque a Catania il 25 agosto del 1792 (Sgadari Di Lo Monaco 1940. p.57). Fu uno dei pittori più affermati e prolifici delIa Sicilia orientale, in grado di competere con la scuola palermitana di Riolo e Patania (Grasso 1981. p. 177). A Roma, dove si recò nel 1819,  frequentò il pittore trapanese Giuseppe Errante, e successivamente intorno al 1820, a Firenze, il neoclassico Pietro Benvenuti. L'amicizia del cardinale Oppizzoni, gli procurò numerose committenze presso gli ambienti aristocratici fiorentini. Tornato a causa di una malattia a Catania nel 1822, si specializzò nel campo della ritrattistica. operando per le famiglie nobili locali: Carcaci, Biscari, Paternò, Emmanuel (Grasso 1981 , p.177). All’attività giovanile appartiene il Refettorio (Catania. Museo Civico di Castello Ursino) dalla “pennellata intinta dell’humor aperto e meridionale” (Maganuco 1944, p.157). Del 1844 è il ritratto dai modi neoclassici di Raffaello Zappalà Finocchiaro (pervenuto al Museo Civico di Castello Ursino di Catania attraverso la donazione Zappalà (Maganuco 1956, p.204). La fase matura di Giuseppe Gandolfo si caratterizza per la specializzazione sul tema del ritratto nell’ambito dell'aristocrazia Catanese, condotto sotto i più stretti canoni del neoclassicismo accademico ma ravvivato da una particolare attenzione per la resa realistica e la cura dei particolari. Tra gli esempi più rappresentativi: Ritratto della duchessa Grifeo di Carcaci (coll. priv.), Ritratto di Giacomo Di Bartolo (Catania, Museo del Risorgimento), Ritratto di Clementina Gandolfo, Autoritratto in veste di contadino, Ritratto della cognata, Busto di bronzo di Domenico Tempio, Ritratto virile del I820, Ritratto di Carmelo Mirone del 1839 (Catania, Museo Civico di Castello Ursino), Ritratto di Emanuele Rossi donato dalla famiglia omonima di Acicatena alla Pinacoteca Zelantea di Acireale che pure conserva un paesaggio dal titolo Chiaro di luna replicato più volte dal Gandolfo (Donato 1971, pp.57-58). Un autoritratto si trova presso la B.C.P. (Sgadari Di Lo Monaco 1940. p.57). Morì a Catania il 13 settembre 1855.

(A. Gallo in G. Capozzo vol. III 1840-42, p. 136; D.S.I., 1939, pp. 238-39. Comanducci II vol. 1962, p. 800, Bolaffi, vol. V, 1972, p. 268 ; C. Nicolosi in Enc. Di Catania ad vocem, vol. I, 1980, pp.430-31; G. Barbera, 1990. pp. 525, 842). [L.G.]