Palermo Biblioteca Comunale - Galleria dei ritratti (inv. n. 77).

Il ritratto ovale del naturalista Giuseppe Gioeni dei Duchi d'Angio (Catania 1747-1822), qui reso di profilo, di tradizione classica influenzata dalla medaglistica, presenta il personaggio a mezzo busto, su fondo unito, entro cornice dipinta. Appartenente al "Famedio dei Siciliani illustri", il dipinto è ricordato da G. Raymondo Granata (1863, pp. 94-95) nella quarta stanza del "gabinetto scientifico - artistico" di Gallo che vi appose il seguente distico: "Il vesevo illustrò, vanto piu degno / avria, se all'Etna rivolge l'ingegno".
Tradizionalmente attribuito a Giu
seppe Gandolfo (Accascina, 1939, rist. 1982, p. 132: Sarullo 1993, p. 222), secondo 1'originaria indicazione contenuta nell'elenco dei quadri della collezione dell'erudito palermitano (ora in Gallo, 2002, cit., p. 79), il ritratto, non privo di una certa rigidità accademica, forse tratto da una stampa, databile al rientro del pittore da Firenze nel 1822, appartiene a quel genere di ritrattistica eseguita su commissione per finalità commemorative, caratterizzata da intenti celebrativi e didascalici. Precede, a nostro avviso, in ordine di tempo, un altro ritratto di Giuseppe Gioeni (scheda 11), riferibile al pittore catanese, appartenente al nucleo originario delle collezioni dell'università risalente al 1858, di una pittura levigatissirna e accademica, recentemente restaurato, che si avvicina per fattura e impostazione al ritratto di V. Bellini di Giuseppe Gandolfo, della medesima collezione universitaria catanese, e databile come quest'ultimo, entro il quarto decennio del secolo.
L. Paladino: I Ritratti degli accademici nelle collezioni pubbliche. In L'Accademia Gioenia, Maimone editore, Catania, 2005