"In questa tela è rappresentato un refettorio dove gli amici dell'artista, travestiti da monaci, stanno a guardare la scarsa pietanza con visibile afflizione, mentre quattro di essi, ginocchioni nella sala, mangiano in compagnia dei gatti e di un cane che si contendono il cibo. Il quadro piacque tanto (le persone travestite da padri cappuccini erano ben note in città) che il Comune lo acquistò nel 1836 per il prezzo di 30 ducati pari a cento once siciliane." - da L. Gandolfo: Cenni sul pittore Giuseppe Gandolfo, 1931

Nel quadro si riconoscono Emmanuele Rossi, Mario Musumeci, Carmelo e Salvatore Platania, Carlo Gemmellaro, il canonico Alessi, Benedetto Barbagallo, Carlo Zappalà Giuffrida Moschetti, vestiti da monaci, seduti attorno ad un tavolo, davanti ad un piatto di minestra e di pane nero. Giuseppe Mirone, Giuseppe Distefano, Giovanni Fasanaro e Salvatore Distefano, dal pittore ritenuti i maggiori responsabili dello scherzo, sono rappresentati in ginocchio, mentre mangiano per terra assieme ai gatti. Il pittore dovrebbe essere quello dipinto sulla destra intento nella lettura.

Catania, Museo Civico, Terzo piano - sala XXVIII

Foto tratta da La pittura dell'Ottocento in Sicilia, Flaccovio editore, 2005