Luigi Sarullo: Dizionario degli artisti siciliani. Pittura.
Curatore: Maria Antonietta Spadaro

Presentazione: Vittorio Sgarbi

Ed. Novecento, 1993, pag. 221-222

Gandolfo Antonino

 

Nato a Catania il 28 ottobre 1841, morto ivi il 22 marzo 1910. Nel 1860, dopo di avere appreso i primi elementi del disegno dallo zio. Giuseppe, si recò a Firenze dove frequentò lo studio di Stefano Ussi (Firenze, 1822-1901). Tornato in patria, riuscì a formarsi uno stile proprio. Fra i suoi lavori sono da ricordare. L’usuraia; L'espulsa; Ave Maria; Studio di donna; Ritratto del medicoTomaselli (presso l'Università di Catania); Ritratto di monaco (presso il Museo Civico del Castello Ursino a Catania), Una madre, esposto alla Mostra Catanese del 1907 ed acquistato da Vittorio Emanuele III. Presso la famiglia Gandolfo, di Catania, si trovano: L'ultima moneta; Ritratto d’antiquario; Tentazione; due ritratti della moglie; Il compenso; Ritratto di bimba; I proletari; Musica forzata; Al monte di pietà; Ritratto di signorina; Maddalena; Il cieco; Ritratto di Rosaria Liardo; Ave Maria; Per via. Al Civico di Catania si trova anche un quadro raffigurante una Ragazza piangente. Dipinse anche: La gelosia; Giuramento (1866); La prostituta; Contadina, che si trova in casa del principe Manganelli; Ragazza, che si trova presso il Circolo Artistico di Catania. Eseguì a penna il Ritratto di Mario Rapisardi che si trova nella casa del poeta a Catania.

 

Nacque a Catania il 28 ottobre 1841. Studiò i primi elementi di pittura presso lo zio Giuseppe che ebbe come allievo anche lo Sciuti. Nel 1860 a Firenze venne avvicinato da S. Ussi alla pittura di storia e poté prendere conoscenza dell'ambiente Macchiaiolo. Il ritorno a Catania lo indusse ad esplorare “fotograficamente” la realtà locale allo stesso modo di Capuana e De Roberto che peraltro apprezzarono la sua opera (Grasso 1981, p. 182). La cifra verista, l’interesse sociale dalle connotazioni patetiche ed un certo sperimentalismo delle scelte tecniche (Maganuco 1944. pp. 164-174) sono testimoniati, nella vasta ma ripetitiva produzione del Gandolfo, da dipinti come L’usuraia, I Proletari, L`espulsa, L’ultima moneta, Il pegno, Musica Forzata, alcuni dei quali presentati alla mostra Artistica Industriale Didattica di Messina.

L’attività ritrattistica, più pregnante e sciolta, vicina agli esiti di Antonio Mancini (Barbera 1990, p.842)  ha tra i migliori esempi il Ritratto del medicoTomaselli; Il monaco (Catania, Museo Civico di Castello Ursino), il Ritratto di donna degli eredi Marchese (“una delle più alte manifestazioni ritrattistiche del Gandolfo”, Maganuco 1944, pp. 164-174); le varie versioni del Ritratto della moglie, presso gli eredei del pittore, e lo studio incompiuto della Testa di donna (1889 c., Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna). Partecipò all’Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92 con uno studio dal vero. Nel 1907, prima della morte che lo colse il 21 marzo 1910, presentò all’Esposizione Catanese Una Madre, acquistato da Vittorio Emanuele III. ( Esp. Art. Ind. Did. Cat. Messina, 1882, p. 101; Esp. Naz. Palermo 1891-92, p. 6; S. salomone, 1913, p. 249; Thieme Becker vol. XIII 1920, p. 156; D.S.I., 1939, p. 238; Bolaffi, 1972, p. 268). [L.G.]