Federico De Roberto

La Mostra di Belle Arti

Albo illustrato sulla II Esposizione Agricola Siciliana - C. Galatola, Catania, 1908, pag. 69

 

 

[…] Con la seguente Sala A cominciava la Mostra d’arte propriamente detta. La prima parete a destra era quasi tutta occupata da Antonino Gandolfi, di cui altre tele erano disseminate in altre pareti della stessa sala e di quelle successive: in tutto una trentina di opere, fra grandi e piccole, fra quadri compiuti, studii e bozzetti: tutte rivelatrici delle più caratteristiche qualità di questo fortissimo artista. La sua reputazione come ritrattista è di lunga data, e le teste da lui mandate alla mostra, particolarmente quelle del Monaco e della Contadina, avevano la stessa evidenza della realtà: solide di disegno, vive di colore animate nell’espressione. Ma, oltreché come fedele e felice riproduttore delle forme, il Gandolfi coltiva l’arte sua per significare un sentimento profondamente umano: la simpatia per gli umili, la solidarietà coi sofferenti; e di queste sue intenzioni sociali erano segno la Musica Forzata: una comitiva di poveri suonatori ambulanti, composta di una madre cieca, di un bambino storpiato, d’una giovinetta anemica, nei cui atteggiamenti, nei cui volti era tutta la tristezza, tutta la rassegnazione all’avverso destino; i Proletarii: una scena ancora più angosciosa: una madre, anch’essa cieca, che prega invano tra i figli infermi, morenti di inedia, ed una figlia sulla cui tragica fronte si leggono i più folli, i più

 

disperati proponimenti, anche quello di vendersi per disfamare i suoi miserabili congiunti; e ancora: Per Via, il gruppo d’una madre e d’una figlioletta giacenti sul marciapiedi; l’Espulsa, una sciagurata che ha tutto perduto, anche l’onore, il Monte di Pietà, Compagni di Sventura, etc. A questa nobile inquietudine, a questa dolorosa vibrazione dinnanzi  agli spettacoli della miseria e del dolore, ed alla maestria della tecnica per riprodurre la forma umana in ciò che essa ha di più espressivo, nel volto, il Gandolfi aggiunge spesso un'altra qualità tutta sua: uno stile, un magistero, un mistero per virtù dei quali alcuni suoi episodi pittorici di ambigua significazione, suggestivi come musiche, sembrano distaccati da non si sa quali antiche tele di vecchi gloriosi maestri: tali Ora triste, Una madre, etc.; a quest’ultima toccò il meritato onore d’essere acquistata per conto del Re. […]

 

Si ringrazia Piero Rizzo per la collaborazione