CENTENARIO DELLA MORTE DI ANTONINO GANDOLFO

1910 - 2010

 

Proprio nei giorni in cui cade il centenario della morte di Antonino Gandolfo, il caso ha voluto che mio padre Antonello ritrovasse alcuni necrologi che commemorano la morte del pittore ed un  lungo articolo celebrativo pubblicato sul Corriere di Catania il 23 marzo 1910, esattamente 100 anni fa nel momento in cui scrivo.

E' ancora più commovente per me il fatto che questi articoli siano stati conservati con cura da mio nonno Luigi, che mi ha dunque risparmiato una faticosissima ricerca storica.

Unione. Catania 22 marzo 1910

Condoglianze

Con l’animo vivamente commosso per la gravissima perdita del Prof. Antonino Gandolfo – artista perfetto e poderoso, che seppe illuminare con i superbi bagliori della sua arte profondamente umana, il cielo purissimo dell’arte – mandiamo da queste colonne, alla famiglia desolata ed al nostro carissimo amico Luigi, le condoglianze più sentite e più sincere.

 

La Sicilia. Catania 22 marzo 1910

La morte del pittore Gandolfo

L’altra notte, dopo breve malattia, cessava di vivere il chiaro prof. Antonino Gandolfo, onore e vanto di Catania. L’arte sua fine e sincera fu molto ammirata; ed i suoi quadri, ispirati a soggetti della vita sociale, resteranno fra i migliori della pittura siciliana contemporanea. Con la morte di Antonino Gandolfo essa perde uno dei figli suoi prediletti; e viene tolto all’arte italiana un valoroso campione che ad essa aveva dedicato tutta la sua esistenza.

 

Giornale di Sicilia. Palermo 23-24 marzo 1910

Compianto da tutta la famiglia artistica catanese, è morto il valente pittore cav. Antonino Gandolfo, uno dei più stimati maestri di questa scuola professionale d’Arti e Mestieri, ed autore applauditissimo di gran numero di quadri di alto valore. Il Circolo artistico, con pubblico manifesto, ne ha dato il triste annunzio alla cittadinanza, invitandola ad associarsi alle estreme onoranze che oggi saranno rese all’illustre uomo.

 

Corriere della Sera. Milano, 1 aprile 1910

Necrologio

A Catania, il prof. Antonino Gandolfo, chiaro pittore i cui quadri ispirati a soggetti della vita sociale, resteranno tra i migliori della pittura siciliana contemporanea. Vari quadri del Gandolfo furono acquistati dal Re nell’ultima esposizione agricola tenuta in quella città.

 

Il Giornale d’Italia. Roma, 26 marzo 1910

Corriere di Catania. La morte d’un rinomato pittore

Questa notte, dopo breve malattia, cessava di vivere il rinomato pittore prof. Comm. Antonino Gandolfo, onore e vanto della nostra città. L’arte sua fine e sincera fu molto ammirata, ed i suoi quadri, ispirati a soggetti della vita sociale, resteranno fra i migliori della pittura siciliana contemporanea. Nell’ultima esposizione agricola siciliana parecchi quadri del Gandolfo furono acquistati da S.M. il Re.

 

L’Azione . Catania, 23 marzo 1910

Il trasporto funebre di Antonino Gandolfo

Il trasporto funebre del chiarissimo artista Prof. Cav. Antonino Gandolfo riuscì quale doveva e poteva essere: degno della sua grande fama di pittore elegante e corretto, che passerà alla storia per certi tratti caratteristici della geniale arte sua. Precedeva la banda musicale del comune, con gentile pensiero inviata spontaneamente dall’Ill.mo Sindaco. Reggevano i cordoni: il prof. Luigi Capuana, il comm. G. Leonardi, il prof. A.Abate, l’avv. Aparo, l’avv. Mario Marino Siliciao pel Circolo Artistico, Gaetano Condorelli, il cav. Shoto Cancelliere del Tribunale, l’ing. Ferro Fabiano, ed il cav. Grita.

Seguivano il corpo insegnante della Scuola d’Arti e Mestieri e la scolaresca. Tra le corone inviate notammo splendide quella del Circolo Artistico, della Scuola d’Arti e Mestieri, della scuola professionale femminile, dei Sigg. B. Monterosso e Geremia, prof. A. Abate e prof. G. Emanuele due pittori valenti allievi dello illustre Estinto.

Tra gli intervenuti notammo il Direttore della Scuola d’Arti e Mestieri, l’ing. Fiorito, il ragioniere Antonino Arcidiacono, segretario alla Pubblica Istruzione, il prof.Grassi F.P., il cav. B. Zangara per la Stampa, l’avv. E. Monterosso ed altri amici ed ammiratori. A Porta Garibaldi parlarono il prof. Abate  che rammentò con orgoglio di discepolo, le doti artistiche del Grande scomparso e gli porse in nome della scuola professionale femminile l’estremo saluto e l’avv. Aparo che a nome del Cicolo Artistico disse felicemente del sentimento umanitario dell’Arte Insigne di Antonino Gandolfo.

Dal Corriere di Catania, 23 marzo 1910

Il Pittore Gandolfo

Ieri si è saputa in città la triste nuova della morte dell'Illustre pittore Antonino Gandolfo.

Il lutto è stato generale poiché note a tutti erano le qualità che onoravano il maestro.

Nato a Catania il 1841, mostrò sin da bambino una vera disposizione per la pittura - e tale naturale tendenza gli fu secondata poiché nella famiglia Gandolfo l'arte nelle sue varie esplicitazioni era virtù ereditaria.

La musica e la pittura avevano trovato nei suoi maggiori dei valorosi cultori di cui ancora si conservano opere stimate tra le migliori del tempo.

Studiò pittura a Firenze ed ebbe a maestro l'Ussi e presto si distinse tanto che ancor giovanetto fu chiamato ad eseguire dal vero un ritratto del Re Vittorio Emanuele II.

Tornato a Catania raccolse i suoi primi allori con due tele intitolate La Gelosia e il Giuramento fatale; di tali quadri la critica del tempo si occupò assai favorevolmente ed ho ancora sott'occhi un lungo articolo che il giornale l'Indipendente del 1869 gli dedicava.

Da allora la sua produzione fu sempre continua e pregevole e la sua attività si esplicò specialmente sempre più ed adattandosi sempre al suo sentimento.

Per Gandolfo il compito del pittore non si arrestava nella resa del vero, e alla conoscenza di una tecnica sperimentale e di una tavolozza smagliante.

la sua arte intese il compito di affrontare i problemi della vita additandone le miserie; egli cercò il dolore per stimolare la pietà, e la riparazione sociale, e perciò la sua arte fu poesia, fu opera altamente sociale.

Basta citare i titoli delle sue opere migliori Musica forzata, Il cieco, Una madre, Al monte di pietà, Il dolore, ecc... per trovare in esse tutta l'anima vibrante dei sentimenti più belli.

Spesso per lui il quadro era una sola testa, qualche volta un lavoro semplicemente abbozzato con una maniera tutta personale, un po' Cremonese ma quella testa era così viva di sentimento, così espressiva, da potersi dire più intensa di un quadro completo nel comunicare all'osservatore sensazioni ed impressioni.

Uno di questi lavori, proprietà di Mario Rapisardi, avvince in tal modo i sensi dell'osservatore da destare una vera e profonda commozione.

Gandolfo fu grande ritrattista e nel ritratto usò e sempre profondamente tutte le maniere, tutte le tecniche.

L'acquarello, la sepia, la penna, la pittura ad olio diluita, la pittura robusta e la delicata: ogni genere adoperò da maestro, signorilmente.

Né in lui le qualità di cittadino furono inferiori a quelle di artista - incoraggiò sempre i giovani col giusto consiglio e con l'esempio.

La sua eccessiva modestia e la sua abituale riservatezza lo fecero inclinare forse più del giusto alla lode spesso fraintesa - ed anche in questo si lasciava trascinare dal suo carattere incline alla bontà.

Diceva che in ogni giovane, in ogni neofita sono delle ottime qualità che bisogna incoraggiare per dar campo alla bella pianta di crescere e germogliare.

Così anche la sua opera di insegnante alla Scuola d'Arte e Mestieri detta frutti eccellenti formando moltissimi di quei giovani che furono la eletta schiera di artisti che onorano Catania.

Oggi Gandolfo non è più ed a noi non rimane che piangere la dipartita additandolo come esempio ai giovani onde possano sempre ispirarsi come lui a cercare nell'esplicazione dell'arte il miglioramento dell'anima umana, e l'elevazione delle classi sociali in un avvenire sempre migliore.