giornalista e critico d'arte, insegnante di lettere e pittore

DIPINTI

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VITA

Nacque a Catania il 1° aprile 1888, da Antonino, celebre pittore catanese e Maria Grancagnolo. Conseguì, nel 1912 con la votazione di 110, la laurea in giurisprudenza, e nel 1920 la laurea in lettere con la votazione di 107.
Incominciò a dipingere molto presto, influenzato dal padre, di cui ammirava la cifra artistica, con risultati tanto incoraggianti da fargli accarezzare l’idea di intraprendere l’insegnamento del disegno nelle scuole di quel tempo. Si iscrisse all’albo degli avvocati della provincia di Catania e frequentò lo studio dell’avv. Caff, uno dei più illustri dell’epoca. Intanto apprendeva la tecnica pianistica col cugino Ernesto Bianca, che oltre a possedere un virtuosismo strumentale notevolissimo, fu anche un ricercatore di spartiti di ogni parte d’Europa, e formò una biblioteca di musicisti romantici che poi lasciò al suo alunno. Fu anche critico d’arte e musicale per il quotidiano Il Popolo di Sicilia e per la Rivista del Comune di Catania (di cui, con Saverio Fiducia, dal 1929 al 1935 fu segretario di redazione), rivelando, oltre a una eccezionale sensibilità estetica, una ricchezza, fluidità e limpidezza di linguaggio da far considerare i suoi sviluppatissimi articoli come pezzi di prosa letteraria: ricordiamo soprattutto gli articoli per il Centenario belliniano del 1935, e quelli sulla pittrice Ada Macaluso del 1933, che sarebbe poi diventata sua moglie nel 1934. Intanto non tralasciava di dipingere ad acquerello con completa padronanza tecnica che gli permise di rappresentare con fedeltà l’ambiente siciliano di allora, da Taormina a Campobello (Agrigento), fermando così una Natura in gran parte ormai perduta. Nonostante l’attività forense, insegnò per qualche anno Italiano all’Istituto Nautico di Catania, poi, dal 1925 ad Acireale, nel liceo classico (Italiano e Storia dell’arte) e nel liceo scientifico, profondendovi la sua cultura la sua sensibilità e la sua capacità di rendere manifesto il sublime contenuto della letteratura italiana dal sec. XIII al XX, con un commovente coinvolgimento degli alunni.

Le due guerre mondiali (specie la seconda, sofferta con la famiglia) le difficoltà logistiche che gliene derivarono, la morte del fratello Francesco, la dissoluzione di molti valori sociali in cui aveva creduto e in cui era vissuto, e soprattutto il dilagare dell’arte astratta ridussero la sua voglia creativa che rimase però sempre viva e addirittura via via più efficace nell’attività didattica sino all’ultimo anno d’insegnamento che precedette l’anno della morte, avvenuta il 14 dicembre 1959 a Roma, dove si era trasferito per favorire gli studi del figlio.

 
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