musicista

 

L’Italia Musicale Giornale dei Teatri di letteratura, belle arti e varietà
Anno III  1851  -  sabato 12 aprile n. 30,   pag 119

  TEATRI E NOTIZIE DIVERSE

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  Catania. Il Maometto II a Costantinopoli, nuova opera del maestro Antonino Gandolfo, della quale annunziammo nel nostro N. 28 il fortunato successo, si mantenne sempre nel favore di quel publico. A proposito di essa, leggiamo nell' Arte la seguente particolare corrispondenza: < 1 più grandi elogi risultano dal contesto di molte lettere in favore del maestro. La soddisfazione del publico è stata dimostrata al Gandolfo per quattro sere consecutive. Al termine di ogni pezzo è stato chiamato a mostrarsi per ricevere le congratulazioni de' difficili compatriotti di Bellini. Pare certo, che per tutta la quaresima il Maometto regnerà solo su quelle scene. Sonetti, odi, fiori, hanno accolto costantemente l'autore ad ogni chiamata. In mancanza di minuti particolari, ci contentiamo di trascrivere ciò che risulta dalla corrispondenza. Il publico, scrivono, è uscito dal teatro cantando le principali melodie dell'-opera, cosa che sola basterebbe a farne l'elogio, il più desiderabile. Canti alla Bellini, e strumentazioni alla Verdi, scrivono in altra lettera. Coturi (Maometto) disimpegna egregiamente la sua parte. La Parepa è sempre quell'artista, che ognuno sa. Gli altri hanno contribuito alla riuscita sempre di ogni pezzo, e l'impresa da parte sua non ha risparmiato né cure né spese nella messa in scena. È difficile annoverare specialmente quali furono i pezzi maggiormente ammirati; non è esagerazione il dire, che dal principio alla fine, il lavoro superò ogni aspettativa. Pure, l'introduzione, 1' aria del tenore, e la grand' aria di entrata di Maometto nel primo atto; l'aria di Selima, la Parepa, il duetto di soprano e tenore, e il bellissimo finale, nel secondo atto; il coro di Odalische, e l'aria finale di Maometto, non lasciano nulla a desiderare, sia per la novità e la varietà delle melodie, sia per la sapiente strumentazione. Gandolfo studiò sotto il dotto maestro Pappalardo, fu poscia allievo del Conservatorio di Napoli, e quindi ricevette i consigli del celebre Raimondi ; egli è destinato ad una luminosa carriera nell'arte e come auspicio al futuro, cominciò d' onde molti altri terminarono, da un trionfo.

 

           

 

VITA SPARTITI